Pochi italiani sono in grado di quantificare correttamente di quanto calerebbe un titolo di stato a tasso fisso con durata residua di 10 anni, nel caso di rialzo dei tassi dell’1,0%, ma apparentemente un Titolo di Stato, conservato fino alla scadenza, viene considerato uno strumento privo di rischio.
Chiaramente, per analogia, anche le obbligazioni bancarie o societarie, per esempio di Enel, Eni, Ferrovie dello Stato, Telecom, sono state catalogate dai risparmiatori come scelte di investimento con basso rischio.
Ci sono volute le conseguenze della crisi economica del 2008/2009 e il conseguente fallimento di Lehman Brothers per far comprendere che anche le obbligazioni bancarie, considerate “sicure”, non lo sono.
Da circa 10 anni, una parte dei risparmiatori ha iniziato a comprendere come le obbligazioni subordinate (il cui rimborso a scadenza è subordinato all’effettiva capacità dell’emittente di rimborsare prioritariamente obbligazioni ordinarie), pur emesse da Banche, siano un investimento “rischioso”.
Tuttavia nell’ultimo quinquennio si è verificata una situazione sconosciuta a noi Italiani, ma probabilmente sconosciuta anche in altre aree del pianeta; tutte le obbligazioni, ma anche le varie forme di deposito bancario, sono oramai a tasso zero o vicino allo zero.
Qualche esempio nella tabella sottostante:
Descrizione | Rendimento lordo | Rischio cambio |
Titoli di stato Usa a 5 anni | 0,28% | eur/usd |
Titoli di stato Gran Bretagna a 5 anni | -0.08% | eur/gbp |
Titoli di stato Giappone a 5 anni | -0,14% | eur/jpy |
Titoli di stato Tedeschi a 5 anni | -0,72% | – |
Titoli di stato Italiani a 5 anni | 0,26% | – |
I titoli citati hanno rendimento negativo, tranne i titoli in $, che però per noi europei presentano il rischio cambio, e i titoli Italiani, che “pagano” di più a causa dello scarso livello di fiducia a noi riservato dai mercati.
Molto spesso, quando affronto questo tema con i risparmiatori questi mi rispondono: “non compriamo titoli di stato, dobbiamo cercare alternative”.
Semplice a dirsi, più difficile nella pratica costruire portafogli con sole azioni, o, ma cambia poco, con azioni ed obbligazioni ad alto rendimento.
Sono tutti strumenti estremamente volatili, che vanno utilizzati con cura, per evitare che, in situazioni avverse, un cliente possa decidere di disinvestire per paura di ulteriori perdite o perché non ha ben valutato la quantità di riserve da mantenere liquide.
Inoltre vi è un altro potenziale pericolo all’orizzonte, l’inflazione.
Molto spesso dopo periodi di espansione monetaria, nei quali prendere a prestito soldi costa molto poco, seguono periodi di elevata inflazione.
Questa facilita il compito dei debitori (quasi tutti gli stati del mondo) nel diminuire la quota di debito, ma al contempo penalizza fortemente chi ha mantenuto soldi liquidi o li ha utilizzati per investimenti di breve periodo.
Negli anni 70/80 in Italia vi fu un periodo in cui l’inflazione superò il 10% per bel 12 anni consecutivi, con punte massime nel 1974 del 19,2% e nel 1980 del 21,2%.
Vi lascio immaginare che impatto provocò questo fenomeno per chi aveva soldi liquidi sui c/c o obbligazioni decennali comprate prima ….
In quel periodo vennero favoriti i debitori, che vedevano ogni anno calare il valore reale del loro debito, a scapito di chi aveva risparmiato ma poi non aveva avuto il coraggio di utilizzare le risorse per investimenti in beni reali, (azioni, immobili, terreni).
Nessuno può prevedere se un fenomeno simile possa ripresentarsi ed eventualmente con quali proporzioni, di certo già oggi sappiamo che i nostri soldi non hanno la possibilità di essere investiti in strumenti a basso rischio, perché questi non rendono assolutamente nulla.
Quante obbligazioni vi sono nel vostro portafoglio? Quante obbligazioni sono presenti nei fondi comuni? di che tipologia sono? quando pensate vi possano servire i vostri risparmi? A cosa vorreste destinare i risparmi già accumulati e quelli in formazione? La vostra pensione è già al sicuro da rischi di elevata inflazione?
Farci delle domande e iniziare un percorso di formazione ed informazione che riguarda i temi della finanza è sempre la base per fare scelte consapevoli, ma oggi abbiamo un nemico alle porte, che sa nascondersi fino all’ultimo, fino a quando i danni non saranno più recuperabili.