Dal fallimento della Lehman la percezione della crisi in atto ha assunto giorno per giorno significati diversi e via via più vicini a noi.
All’inizio non capivamo bene come l’eccesso di credito che aveva sostenuto l’economia americana potesse avere influenze globali.
Il brusco rialzo dei tassi interbancari (prestiti tra banche) si riversò velocemente sulle rate dei mutui delle famiglie di tutto il mondo e la diffidenza tra intermediari bloccò quasi immediatamente il mercato finanziario.
Dopo qualche tempo la situazione iniziò a normalizzarsi, i tassi iniziarono la discesa che li ha portati ai minimi storici attuali ma, soprattutto in Europa, comparvero i primi segnali di nuove difficoltà.
Questa volta a fare da detonatore furono i debiti degli stati (mediterranei in primis ma anche l’Irlanda ebbe bisogno di aiuti) e le difficoltà di alcune banche a fronteggiare la crisi.
Negli ultimi 12 mesi i sintomi che avevano segnalato le difficoltà strutturali si sono trasformati in malattie (economiche) che nessuno fino ad ora ha ben compreso e quindi nemmeno iniziato a curare.
Il sud d’Europa ha enormi difficoltà a competere con il nord Europa e con gli altri attori mondiali a causa di fattori che la moneta unica ha messo prepotentemente in luce.
L’economia dei paesi mediterranei avrà bisogno di profonde ristrutturazioni che stravolgeranno nel tempo le ns. convinzioni e prospettive.
Per fare questo servirà uno sforzo comune ed ingenti risorse, che potrebbero arrivare dal Nord Europa, anche se ne dubito, o da ridistribuzione della ricchezza dei singoli stati.
Uno dei modi per ridistribuire senza necessità di complicate ed estenuanti trattative sociali è la svalutazione.
Stranamente opinioni di destra, di sinistra e populiste, considerano questa eventualità in maniera positiva, questo mi lascia pensare che l’eventualità non è assolutamente da escludere.
Tutti ritengono che la svalutazione potrà essere innescata in Europa solamente con scelte volte a cambiare la valuta in alcuni stati, all’eventualità che tutta l’attuale area Euro scelga consapevolmente questa strada non crede nessuno.
Non so se questa mia previsione si avvererà, di certo nessuno potrebbe prevedere quando.
E’ necessario prepararsi all’eventualità, tutti dovremmo conoscere quali impatti potrebbe avere sui nostri investimenti, sulle nostre pensioni, sull’economia reale (quali aziende ne trarranno giovamento, quali ne subiranno danni).
Non è consigliabile nascondere la testa nella sabbia o aspettare gli eventi, avere strategie precise per ogni evenienza è basilare per non trovarsi dopo senza alternative.
La consulenza indipendente è utile a coloro che vogliono valutare, nel loro esclusivo interesse, pro e contro di ogni possibile scelta, è fondamentale per le famiglie nella programmazione finanziaria di risparmi e finanziamenti, lo è ancora di più per le aziende che devono valutare gli effetti che certi eventi potrebbero avere per se stesse e per i mercati.
La crisi ci obbliga ad avere nuovi comportamenti, non è sufficiente protestare o denunciare le colpe di altri.
Dobbiamo essere consapevoli delle nostre scelte, aumentare il tempo da dedicare alla formazione, investire nelle competenze che non abbiamo, privilegiare le attività che produrranno vantaggi futuri anziché conservare l’esistente.
Daccordissimo sull’ultima frase, anzi, sulle ultime due.