Il mese di Luglio del 2003 fu uno dei mesi più caldi che ricordi.
In quel periodo prendevo la decisione di lasciare la banca e intraprendere la professione, allora pionieristica, di Consulente finanziario indipendente.
Scelsi cioè di fornire consigli ai clienti e per questo fatturare loro la parcella.
Anche i miei amici più cari e i clienti della banca che avevano in me più fiducia provarono a farmi desistere,ma oramai la decisione, covata per mesi, era già stata presa.
Dopo la pausa agostana dal 3.09.2003 divenni operativo.
Tra i primi investimenti che iniziai a consigliare c’erano i primi Etf quotati su Borsa Italiana.
Alcune banche iniziarono da subito a negoziarli, altre si adeguarono nei mesi successivi, alcune, anche importanti, per anni non consentirono acquisti di questi prodotti presso le loro filiali.
Oggi sono passati quasi 10 anni dall’inizio della mia attività e i primi Etf quotati su Piazza Affari vantano una storia decennale che consente confronti con i fondi e sicav a gestione attiva assolutamente probanti riguardo alla loro efficacia (o per meglio dire all’inefficienza degli altri).
Quattro Etf hanno già i dieci anni di storia alle spalle, un quinto è stato preso in esame con “soli” nove anni di storia in quanto è molto presente nei miei portafogli.
Nel complesso, come si può vedere dalla tabella sottostante (cliccare nell’immagine per ingrandire), tutti i prodotti analizzati hanno fatto meglio della media dei prodotti a gestione attiva della medesima categoria, uno addirittura è il migliore della categoria, due sono nel primo 20%.
Il peggior etf confrontato con i fondi a gestione attiva ha comunque un risultato superiore alla media degli altri fondi analizzati.
Non è detto però che vadano usati da soli anzi, anche con gli etf la diversificazione è basilare, per questo motivo ho inserito nei confronti un ideale portafoglio con la presenza equipesata di tutti e 5 i prodotti, ne è scaturito un portafoglio con l’80% di quota azionaria e il 20% di quota obbligazionario corporate, questo portafoglio l’ho confrontato con i fondi azionari internazionali, una delle categorie di fondi più comune.
Sebbene nel portafogli analizzato manchi la presenza di etf su azioni dei paesi emergenti, l’asset che ha meglio performato negli ultimi 10 anni, il Mix ha ottenuto risultati entro il primo 25% dei fondi selezionati con una volatilità, sia pur lievemente, inferiore alla media di categoria.
L’importanza di quest’analisi è fondamentale per le scelte di investimento, non si vuole dimostrare che lo strumento etf sia il migliore in assoluto, si vogliono invece evidenziare le difficoltà che incontra un investitore nello scegliere in anticipo quale sarà l’investimento ottimale nei prossimi 5-10 anni.
Non essendoci nessuna certezza di poter individuare in anticipo lo strumento che sarà in grado di sovraperformare l’etf, tanto vale destinare tutto o larga parte in strumenti a gestione passiva.
Oramai non esistono più banche che non trattano etf, ma quanti di voi ne hanno sentito parlare dal vostro interlocutore abituale?