Introduzione
Il termine “extra profitti delle banche” è diventato un pilastro della comunicazione politica, in Italia e in Europa, fungendo da giustificazione per l’introduzione di prelievi straordinari. Ma cosa sono esattamente questi profitti e da dove derivano i guadagni eccezionali che hanno infiammato il dibattito? L’analisi è complessa: si intersecano il ciclo economico, la regolamentazione post-crisi e i modelli di business bancario.
- La Definizione Controversa: Il Margine di Interesse
Nel linguaggio comune e politico, gli “extra profitti” si riferiscono al balzo in avanti degli utili registrato dalle banche a seguito del rapido e significativo aumento dei tassi di interesse deciso dalla Banca Centrale Europea (BCE) per combattere l’inflazione.
Il meccanismo è semplice e si concentra sul Margine di Interesse Netto (NII), che è la differenza tra gli interessi attivi incassati e gli interessi passivi pagati:
- Tassi Attivi (Ricavi): Le banche hanno trasferito tempestivamente e in misura elevata gli aumenti della BCE sui prestiti (mutui, finanziamenti).
- Tassi Passivi (Costi): I tassi di remunerazione offerti sui depositi ai correntisti e depositanti sono stati aumentati in misura molto più lenta e ridotta.
Questo disallineamento ha ampliato lo spread tra tassi attivi e passivi, generando un NII eccezionalmente elevato in un breve periodo.
- Oltre gli Interessi: Commissioni e la Qualità dei Ricavi
Una banca moderna ottiene ricavi anche da fonti più stabili e strutturali. Tuttavia, è proprio qui che si annidano i margini “facili” che alimentano le critiche:
- Ricavi da Servizi (Commissioni): Sono i guadagni derivanti da bonifici, canoni, utilizzo delle carte e servizi transazionali. Sono ricavi stabili e a basso rischio operativo.
- Risparmio Gestito (Asset Management): I ricavi provengono dalle commissioni di gestione e collocamento su fondi comuni, polizze e gestioni patrimoniali.
Il Nodo della Consulenza Strumentale
Questi ricavi da servizi sollevano questioni etiche e di mercato:
- Consulenza Strumentale alla Vendita (Non Indipendente): La maggior parte delle banche adotta un modello in cui il consulente è incentivato a vendere i prodotti del gruppo, grazie alle retrocessioni (commissioni) percepite dal gestore del fondo.
- Ricavi a Basso Rischio: Questi margini sono considerati “facili” perché la banca non espone il proprio capitale al rischio di investimento (che ricade sul cliente) e guadagna doppiamente: dalla vendita e dalla gestione interna del prodotto.
- Il Dibattito Politico: Le Tesi a Confronto
La Tesi Politica (Perché Tassare)
I sostenitori della tassazione si basano su due pilastri:
- Guadagno Imprevisto: I profitti non derivano dal merito o dall’efficienza della banca, ma sono un “dono” della politica monetaria della BCE, che andrebbe in parte redistribuito.
- Equità Sociale: La tassa serve a finanziare misure di sostegno per famiglie e imprese penalizzate dall’aumento dei tassi (mutui più cari), ristabilendo un principio di equità.
La Contro-Tesi Finanziaria (Perché Non Tassare)
Il settore bancario e gli economisti criticano la misura, definendola distorsiva:
- Normalizzazione Ciclica: Gli utili attuali sono una fisiologica ripresa dopo un decennio (2012-2022) di tassi a zero o negativi, in cui i margini erano compressi.
- Rischio Strutturale Ridotto: Dopo la crisi del 2008/2010, le banche hanno dovuto ridurre drasticamente l’esposizione al rischio (es. riducendo i prestiti al consumo) e rispettare requisiti patrimoniali molto più stringenti. Gli utili servono a rafforzare il capitale (CET1), garantendo stabilità finanziaria.
- Garanzie Pubbliche: L’enorme mole di prestiti concessi alle imprese post-COVID è avvenuta con garanzie statali (es. SACE). Ciò ha permesso alle banche di aumentare il volume dei prestiti con un rischio di insolvenza molto attenuato, in un contesto di supporto istituzionale.
- Rischio di Distorsione: Sottrarre capitale con una tassa straordinaria può costringere le banche a rallentare l’erogazione del credito o ad aumentare i costi per i clienti in futuro, penalizzando l’economia reale.
- L’Alternativa Strutturale: Vietare le Retrocessioni
La vera questione non è come tassare un evento eccezionale, ma come riformare il sistema per renderlo più equo e competitivo a lungo termine.
Anziché ricorrere a tasse occasionali e di emergenza, una soluzione strutturale sarebbe l’intervento sui ricavi più stabili e controversi: vietare le retrocessioni sui prodotti del risparmio gestito.
| Modello Attuale (Retrocesso) | Modello Proposto (Indipendente) |
| Banca: Guadagna commissioni dai produttori. | Banca/Consulente: È pagato solo dal cliente (fee-only). |
| Cliente: Paga commissioni nascoste, rendimenti inferiori. | Cliente: Paga un costo esplicito, ottiene rendimenti maggiori. |
| Mercato: Bassa competizione sui servizi, alto conflitto di interessi. | Mercato: Alta competizione sulla qualità e sull’efficienza del prodotto. |
Beneficio per la Collettività:
Vietare le retrocessioni costringerebbe le banche a competere sulla qualità della consulenza, ridurrebbe in modo strutturale i margini sui servizi e, soprattutto, trasferirebbe ricchezza direttamente ai cittadini e ai risparmiatori, aumentando il rendimento netto dei loro investimenti.
Questa riforma agirebbe alla radice, risolvendo il conflitto di interessi e rendendo il sistema finanziario più efficiente e meritocratico.


Molto spesso si parla in Italia di asimmetria informativa. A cosa si fa riferimento?




